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IO NON RISCHIO. Buone pratiche di protezione civile

Io non rischio è una campagna di comunicazione nazionale sulle buone pratiche di protezione civile. Ma ancora prima di questo, Io non rischio è un proposito, un’esortazione che va presa alla lettera. L’Italia è un paese esposto a molti rischi naturali, e questo è un fatto. Ma è altrettanto vero che l’esposizione individuale a questi rischi può essere sensibilmente ridotta attraverso la conoscenza del problema, la consapevolezza delle possibili conseguenze e l’adozione di alcuni semplici accorgimenti. E attraverso conoscenza, consapevolezza e buone pratiche poter dire, appunto: “io non rischio”.

 
IO NON RISCHIO. Buone pratiche di protezione civile
 

Io non rischio è anche lo slogan della campagna, il cappello sotto il quale ogni rischio viene illustrato e raccontato ai cittadini insieme alle buone pratiche per minimizzarne l’impatto su persone e cose. E in questo caso il termine slogan, che in gaelico significa “grido di battaglia”, è particolarmente appropriato: è la pacifica battaglia che ciascuno di noi è chiamato a condurre per la diffusione di una consapevolezza che può contribuire a farci stare più sicuri.

ALLUVIONE

Cosa sapere e cosa fare in caso di alluvione

L’alluvione è l’allagamento di un’area dove normalmente non c’è acqua. A originare un’alluvione sono prevalentemente piogge abbondanti o prolungate. Le precipitazioni, infatti, possono avere effetti significativi sulla portata di fiumi, torrenti, canali e reti fognarie. Un corso d’acqua può ingrossarsi fino a esondare, cioè straripare o rompere gli argini, allagando il territorio circostante. Non tutti i corsi d’acqua, però, si presentano e si comportano allo stesso modo. Le fiumare, per esempio – diffuse nell’Italia meridionale – diventano veri e propri fiumi solo quando piove molto. Al diminuire delle precipitazioni, il livello delle acque può ridursi fino a lasciare il letto asciutto. Altri corsi d’acqua addirittura non si vedono perché coperti artificialmente per lunghi tratti: sono i fiumi tombati. Per questi, come per le reti fognarie, l’incapacità di contenere l’acqua piovana in eccesso può determinare allagamenti.

In generale, forti precipitazioni hanno effetti più gravi nei centri urbani. Non solo per la concentrazione di persone, strutture e infrastrutture, ma perché in questi ambienti l’azione dell’uomo spesso ha modificato il territorio senza rispettarne gli equilibri.

Materiali informativi

Pieghevole. Spiega in termini semplici cosa deve sapere il cittadino per imparare a prevenire i danni delle alluvioni e affrontare meglio le situazioni di emergenza e cosa può fare per contribuire a ridurre il rischio alluvione.

Scheda. Contiene informazioni utili per tutta la famiglia sui comportamenti da adottare durante l’allerta, durante l’alluvione e dopo l’alluvione. La scheda può essere conservata e anche appesa.

Mappe interattive

Gli effetti delle alluvioni sulla popolazione. Nella mappa è rappresentata la distribuzione geografica degli eventi di inondazione che negli ultimi 50 anni (periodo 1965-2014) hanno causato danni diretti alla persone. I dati utilizzati provengono da un più ampio catalogo che costituisce la serie storica più completa ed aggiornata relativa agli eventi di inondazione con danni alla popolazione per tutto il territorio italiano. Il catalogo raccoglie dati e informazioni dall’anno 589 ad oggi e, per ciascun evento di inondazione, riporta il numero esatto o approssimato dei morti, dispersi, feriti, sfollati e senzatetto che l’evento ha causato e che è stato possibile estrapolare dalle fonti storiche, cronachistiche e bibliografiche utilizzate per la sua compilazione. I dati del catalogo vengono utilizzati per studiare la distribuzione geografica e temporale degli eventi dannosi, per quantificare l’impatto che tali eventi producono sulla popolazione ed i livelli di rischio a cui la stessa è soggetta. I simboli in blu nella mappa sono gli eventi che hanno causato vittime ovvero morti e/o feriti e/o dispersi, i simboli blu chiaro gli eventi che hanno causato evacuati e/o senza tetto.

Sul sito http://polaris.irpi.cnr.it/ sono consultabili ulteriori dati, mappe e statistiche aggiornate sull’impatto che gli eventi geo-idrologici hanno sulla popolazione.

Le alluvioni nelle Regioni italiane. In Italia esiste una notevole quantità di informazioni storiche che riguardano i maggiori eventi alluvionali, nel tempo censite, organizzate e pubblicate attraverso siti web dedicati e portali geografici. A partire dagli anni novanta diversi progetti a carattere nazionale hanno avuto come obiettivo l’individuazione e la mappatura delle località e delle aree affette da calamità geo-idrologiche, tra essi il Progetto AVI. La mappa rappresenta il numero di eventi di inondazione per chilometro quadrato per ciascuna regione italiana ed è stata elaborata utilizzando le informazioni sugli eventi di inondazione censite dal Progetto AVI per il periodo 1918-2001. Le informazioni raccolte riguardano sia gli aspetti fisici legati alle dinamiche dei processi idrogeologici sia i danni e gli impatti socio-economici da essi prodotti. L'archivio contiene informazioni su oltre 7500 inondazioni e su oltre 12000 località colpite e rappresenta l’unico archivio di notizie sulle inondazioni avvenute nel 20° secolo in Italia.

TERREMOTO

Cosa sapere

Negli ultimi mille anni, circa 3000 terremoti hanno provocato danni più o meno gravi. Quasi 300 di questi (con una magnitudo superiore a 5.5) hanno avuto effetti distruttivi e addirittura uno ogni dieci anni ha avuto effetti catastrofici, con un’energia paragonabile ai terremoti in Centro Italia del 2016. Tutti i comuni italiani possono subire danni da terremoti, ma i terremoti più forti si concentrano in alcune aree ben precise: nell’Italia Nord-Orientale (Friuli Venezia Giulia e Veneto), nella Liguria Occidentale, nell’Appennino Settentrionale (dalla Garfagnana al Riminese), e soprattutto lungo tutto l’Appennino Centrale e Meridionale, in Calabria e in Sicilia Orientale. Anche tu vivi in una zona pericolosa, dove in passato si sono verificati terremoti o se ne sono avvertiti gli effetti. E ciò potrà accadere ancora in futuro.

Link utili

Protezione civile
Anpas
Ingv-Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia
ReLuis- Consorzio della Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica
Edurisk – Itinerari per la riduzione del rischio

Materiali informativi

Pieghevole. Spiega in termini semplici cosa deve sapere il cittadino per imparare a prevenire e ridurre i danni dei terremoti e cosa può fare nella propria casa, con il consiglio di un tecnico, oppure da solo, fin da subito.

Scheda. Contiene informazioni utili per  tutta la famiglia sui comportamenti da adottare durante il terremoto e subito dopo. La scheda può essere conservata e anche appesa.

Mappe interattive

Le storie sismiche. In questa mappa vengono mostrate le storie sismiche delle città capoluogo di provincia estratte dal Database Macrosismico Italiano dell’INGV (DBMI15). Interrogando la mappa è possibile visualizzare la storia sismica di ognuno dei comuni attraverso la tabella di tutti i terremoti documentati che hanno procurato danni in quel comune ed un grafico che mostra sulle ascisse il tempo in anni (dall'anno 1000) e in ordinate le intensità (gradi della scala MCS).

La pericolosità sismica. Con pericolosità sismica si intende lo scuotimento del suolo atteso in un sito a causa di un terremoto. Essendo prevalentemente un’analisi di tipo probabilistico, si può definire un certo scuotimento solo associato alla probabilità di accadimento nel prossimo futuro. Non si tratta pertanto di previsione deterministica dei terremoti, obiettivo lungi dal poter essere raggiunto ancora in tutto il mondo, né del massimo terremoto possibile in un’area, in quanto il terremoto massimo ha comunque probabilità di verificarsi molto basse.

Nel 2004 è stata rilasciata questa mappa della pericolosità sismica (http://zonesismiche.mi.ingv.it) che fornisce un quadro delle aree più pericolose in Italia. La mappa di pericolosità sismica del territorio nazionale (GdL MPS, 2004; rif. Ordinanza PCM del 28 aprile 2006, n. 3519, All. 1b) è espressa in termini di accelerazione orizzontale del suolo con probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni, riferita a suoli rigidi (Vs30>800 m/s; cat. A, punto 3.2.1 del D.M. 14.09.2005). L’Ordinanza PCM n. 3519/2006 ha reso tale mappa uno strumento ufficiale di riferimento per il territorio nazionale.

Nel 2008 sono state aggiornate le Norme Tecniche per le Costruzioni per ogni luogo del territorio nazionale l’azione sismica da considerare nella progettazione si basa su questa stima di pericolosità opportunamente corretta per tenere conto delle effettive caratteristiche del suolo a livello locale.

I colori indicano i diversi valori di accelerazione del terreno che hanno una probabilità del 10% di essere superati in 50 anni. Indicativamente i colori associati ad accelerazioni più basse indicano zone meno pericolose, dove la frequenza di terremoti più forti è minore rispetto a quelle più pericolose, ma questo non significa che non possano verificarsi.

Gli scuotimenti più forti, con valori delle accelerazioni del suolo superiori a 0.225 g (g = 9,81 m/s2, accelerazione di gravità), sono attesi in Calabria, Sicilia sud-orientale, Friuli-Venezia Giulia e lungo tutto l’Appennino centro-meridionale. Valori medi sono riferiti alla Penisola Salentina, lungo la costa tirrenica tra Toscana e Lazio, in Liguria, in gran parte della Pianura Padana e lungo l’intero Arco Alpino. La Sardegna è la regione meno pericolosa con valori di scuotimento atteso moderati.

Terremoti recenti. Nella mappa vengono visualizzati i terremoti avvenuti dal 2000 al 2018 (dati aggiornati al mese di ottobre) localizzati dalla Rete Sismica Nazionale dell'INGV con una magnitudo uguale o superiore a 3.0. Gli eventi sono classificati in base alla magnitudo ed è possibile interrogarli per avere tutte le informazioni relative ai parametri ipocentrali degli stessi.

Attraverso il "TIME SLIDER" (cursore del tempo) è possibile ottenere visualizzazioni della sismicità personalizzate per un determinato intervallo temporale. Una volta selezionato l'intervallo sarà possibile far partire un'animazione che mostrerà automaticamente l'andamento spazio-temporale della sismicità.

Fonte dati: http://cnt.rm.ingv.it


I terremoti del passato. I terremoti avvenuti in Italia dall'anno 1000 al 2014 sono classificati nel Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani (CPTI 15) e in questa mappa vengono visualizzati in base al valore di magnitudo stimata (Mwdef). E' possibile interrogare gli eventi per avere tutte le informazioni relative ai parametri macrosismici (intensità massima, intensità epicentrale, magnitudo stimata, area epicentrale e data).

Attraverso il "TIME SLIDER" (cursore del tempo) è possibile ottenere visualizzazioni personalizzate dei terremoti del passato per un determinato intervallo temporale. Una volta selezionato l'intervallo sarà possibile far partire un'animazione che mostrerà automaticamentel'andamento spazio-temporale della sismicità nel passato.

Fonte: https://emidius.mi.ingv.it/CPTI15-DBMI15/

 

MAREMOTO

Il maremoto, in giapponese tsunami è una serie di onde marine prodotte dal rapido spostamento di una grande massa d’acqua. In mare aperto le onde si propagano molto velocemente percorrendo grandi distanze, con altezze quasi impercettibili (anche inferiori al metro), ma con lunghezze d’onda (distanza tra un’onda e la successiva) che possono raggiungere alcune decine di chilometri. Avvicinandosi alla costa, la velocità dell’onda diminuisce mentre la sua altezza aumenta rapidamente, anche di decine di metri. La prima onda può non essere la più grande e tra l’arrivo di un’onda e la successiva possono passare diversi minuti.

Quali sono le cause? Le cause principali sono i forti terremoti con epicentro in mare o vicino alla costa. I maremoti possono essere generati anche da frane sottomarine o costiere, da attività vulcanica in mare o vicina alla costa e, molto più raramente, da meteoriti che cadono in mare.

Link utili
www.protezionecivile.gov.it
www.anpas.org
www.ingv.it
www.reluis.it
www.isprambiente.gov.it
www.ogs.trieste.it

Per saperne di più sul rischio maremoto:
Sezione dedicata al rischio maremoto sul sito del Dipartimento della Protezione Civile: http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/rischio_maremoto.wp
Sezione tematica sugli tsunami sul sito dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia:
http://roma2.rm.ingv.it/it/tematiche/33/tsunami

Materiali informativi

Pieghevole: spiega in termini semplici cosa deve sapere il cittadino sul rischio maremoto e cosa può fare prima del maremoto per prevenire e ridurne gli effetti.

Scheda: contiene informazioni utili per tutta la famiglia sui comportamenti da adottare durante il maremoto e subito dopo. Può essere conservata e anche appesa.

Mappe interattive

I forti maremoti del passato. Sulle coste italiane, negli ultimi mille anni sono state documentate varie decine di maremoti, solo alcuni dei quali distruttivi. Il catalogo dei maremoti italiani (Tinti et al., 2004) mostra che le aree costiere più colpite sono quelle della Sicilia orientale, della Calabria, della Puglia e dell’arcipelago delle Eolie e che maremoti di modesta entità si sono verificati anche lungo le coste liguri, tirreniche e adriatiche.

In questa mappa sono rappresentati gli eventi (terremoti, frane, eruzioni vulcaniche) che hanno dato origine ai maremoti del passato. I maremoti sono classificati in base alla loro intensità su una scala che va da 2 (bassa intensità) a 6 (massima intensità). Ad ogni maremoto è stato attribuito un valore di "reliability" (in una scala da "0=evento molto improbabile"  a "4= evento certo") che indica il grado di attendibilità dell'evento stesso, sulla base della qualità delle informazioni utilizzate. I punti sulla mappa localizzati nell'entroterra e che possono apparire "anomali", rappresentano generalmente terremoti storici forti in concomitanza dei quali sono state rinvenute notizie di effetti lungo la costa.  Generalmente, in questi casi, la reliability del maremoto associato è bassa. Valori di reliability 4 si hanno per alcuni eventi avvenuti in mare per i quali le descrizioni di effetti a terra sono molto dettagliate e provengono da fonti bibliografiche coeve.

L'evento di maremoto più disastroso è stato quello del 28 dicembre 1908: a seguito del terremoto nello Stretto di Messina, le coste della Sicilia orientale e della Calabria furono devastate da onde distruttive che provocarono centinaia di vittime. Il massimo runup (massima quota raggiunta dall’acqua rispetto al livello del mare) misurato sulla costa calabrese è stato di 13 metri. Degni di nota sono anche i maremoti del 1627 in Puglia, del 1783 nella Calabria meridionale e del 1693 in Sicilia orientale. Il primo maremoto di questo secolo è accaduto a Stromboli, nelle Isole Eolie, il 30 dicembre 2002 ed ha causato gravi danni alle strutture balneari e alle abitazioni lungo le coste dell’isola.